sabato 2 febbraio 2013

Trasferiti sul nuovo Blog

Con un po' (un bel po') di ritardo, informiamo i nostri lettori che ancora non lo sapessero, che il blog di Blubit si è trasferito al nuovo indirizzo: http://www.blubit.it/blog/.
Vi aspettiamo con tantissimi nuovi articoli!

Andrea Testa

giovedì 9 agosto 2012

Quando è meglio postare su FaceBook

E dopo "Quando è meglio postare su Twitter" vediamo invece quando sia meglio farlo su FaceBook.

Inutile dire che i sistemi meccanicamente e socialmente sono diversi. Come detto, qualcuno ritiene Twitter esente dalla medaglietta di Social Network... ma qui non si sbaglia... FaceBook col suo anonimo loghetto bianco in campo blu è di prepotenza IL connettore sociale per eccellenza. Ai tempi di MySpace e Second Life nessuno si preoccupava di quando fosse meglio postare...
Attenzione... MySpace era (è) una sorta di diario dove vengo sbircio e leggo. Second Life invece provava l'astrazione dalla vita reale, coi suoi matrimoni e le sue "fornicazioni"... e proprio come nella vita reale... alla fine i suoi personaggi possono soccombere.

Ma insomma... torniamo a FaceBook.
A differenza di Twitter, per il quale avevamo parlato di un grafico a Sfinge... per FaceBook c'è un po' più di caos. L'orario migliore nella sua media sono le 3 di pomeriggio e dalle 9 la mattina alle 16 (con una maggior concentrazione nel primo pomeriggio)... ma sinceramente io trovo molto proficuo e gradevole anche il post di prima mattina. Che un'azienda posti alle 7.30 o alle 8, poter dare il buongiorno a chi si connette, non è male.
E' fuori dagli schemi produttivi, ma usando un'immagine che accompagna il buongiorno, il post risulterà gradevole, condivisibile e di buon impatto comunicativo.
Nessuno rifiuta di rispondere ad un buongiorno... sia in modo scritto o sotto forma di un "mi piace".

Le statistiche parlano di condivisioni selvagge a partire dalle 11. Magari nel dopo pausa caffé... come ad allungarlo. Ok mi rilasso 5 minuti... e dopo che mi sono rilassato, mi rilasso altri 5 minuti per vedere che si dice su FaceBook. E qui suggerirei di dare un occhio al post "La perfetta Azienda Sociale".

Il giorno migliore?
Nella media il metà pomeriggio della metà settimana stando alle statistiche... ma come per Twitter è soggettivo.
Ho visto anche buoni risultati nel primo pomeriggio del venerdì... mentre resta vero un po' per tutti, che postare il venerdì dopo le 17 sia una sorta di "anti-post"... sul modello de "lo scrivo ora perché non voglio che se ne accorga nessuno".


lunedì 23 luglio 2012

Quando è meglio postare su Twitter?

Prima di tutto capire lo strumento. Anzi il Social, o il Media. Anche perché già qui ci sono versioni contrastate. C'è chi non lo considera un Social Network, chi lo paragona agli SMS... chi pensa di saperlo usare solo perché vi lascia aforismi suoi o meno e qualcuno lo retwitta.
Bhé... Twitter è invece davvero potente. Social o no, garantisce una solida e radicata interazione sociale, anzi una "aggregazione" che grazie agli "hashtags" - aggregatori naturali o semplici chiavi che siano - consente di seguire un trend di argomenti in pillole, senza perdere una puntata.

Twitter va capito.
Non perché è un genio incompreso, ma perché lato publisher o lato utente adotta un modo tutto suo di presentare le notizie. Prima di tutto il suo motore di ricerca è temporizzato. E non è davvero poco... e secondariamente perché - volente o nolente, con regole scritte o meno - non è detto che mostri tutti coloro che in un momento particolare usano lo stesso hashtag (#) per esprimere un concetto. Subentra una manifesta meritocrazia... quanti mi seguono, cosa sto dicendo, come lo dico... c'è un algoritmo? Non c'è? (Magari lo analizzeremo in altri post...)

Quello che ci interessa capire oggi è se sulla base di un'omogenea diffusione di tweet, esista o meno un orario ed un giorno migliore per poter lanciare i propri messaggi.

Chiaro è che ogni settore e azienda hanno i propri orari dedicati ed anzi, l'azienda dovrebbe essere sufficientemente brava e preparata da sradicare l'attenzione olistica degli utenti proponendola in proprie fasce dedicate.
Ma di fatto... dati alla mano... spulciando (e rispulciando in rete) si ottengono sempre gli stessi dati.

Twitter ha un suo giorno ed un suo orario.
Il livello di attenzione su Twitter ha la forma di una sfinge la cui coda è la fine della settimana, il busto e la testa sono verso la prima metà della settimana... e le zampette corte e tozze sono all'inizio.
E la stessa "sfinge" l'abbiamo negli orari. Con una cuspide di attenzione concentrata nel pomeriggio.

Postare presto il pomeriggio da lunedì al giovedì, con un traffico utenti che si concentra dalle 9 la mattina alle 15.
Dimenticate i post dopo le 20 (ricordate che esitono valide, validissime eccezioni...) e dopo le ore 15 del venerdì.
Ma perché sono gli orari migliori?... Perché la fascia di retweet (cioè leggo, mi interessa, condivido) parte generalmente più tardi ed ha una cuspide di condivisione che si concentra fino alle 17.
Diverso è invece il CTR (cioè la percentuale di clic ogni 100 visualizzazioni). Questo si concentra esattamente sulle fasce metà mattina, primo pomeriggio.

Quindi...
Facciamo ordine.
  • Orario migliore per postare: dalle 9 alle 15;
  • Maggiori CTR: metà mattina e primo pomeriggio;
  • Maggiori condivisioni: seconda metà del pomeriggio.

Io generalmente seguo questo schema allo start-up coi clienti. Poi lo aggiusto personalizzandolo, ma assicuro che come base di partenza può dare veramente grandi soddisfazioni.

Andrea Testa

venerdì 29 giugno 2012

La perfetta Azienda Sociale


Ultimamente mi sono imbattuto in molti post che parlavano di come trasformare l'uso dei social network dei dipendenti, in strumenti di produttività aziendale.
Non sono mai stato diffidente in questo senso, tanto è vero che alcune teorie le avevo da sempre sostenute. Però spinto dall'entusiasmo di buone letture e sicuro di poter contare sul supporto scritto - appunto - da altri, ho iniziato a proporlo ad alcuni clienti che seguo.

Devo dire che i risultati sono stati soddisfacenti.
Non posso ancora dire ottimi... perché sono operazioni a lungo termine. Quello che è sicuro è che non vi sono elementi di negatività. Al massimo... continua a funzionare tutto come prima.

Vediamo quindi: come mettere a frutto la navigazione sociale dei propri dipendenti

Prima di tutto - ovviamente - consentite ai vostri dipendenti di accedere ai social network... altrimenti tutto il discorso sotto crolla... non vi pare?

Garantire l'uso dei SN ai dipendenti, può responsabilizzarli ad interagire tra loro, creando ad esempio connessioni su Linkedin e quindi a rendere più performante il lavoro; creando poi una connessione con la pagina aziendale, i dipendenti possono farsi voce diretta dell'azienda, ingaggiando i clienti, proponendo soluzioni e/o risposte ai quesiti.

Questo garantisce all'azienda - come base - un incremento del proprio network.
I benefici evidenti sono:
a) creazione di nuove connessioni
b) scoperta di nuove informazioni
c) condivisione ed interazione con personale professionale e network privato

Creare i contenuti
I dipendenti dovrebbero essere incoraggiati a creare contenuti da distribuire attraverso le varie piattaforme sociali. Facendo questo diventeranno attivamente partecipi nella crescita del brand awareness dell'azienda. Come comprare azioni della propria azienda!
Non solo usando i social network, ma ad esempio scrivendo contenuti mirati anche sui propri Blog o perché no… dandogli voce proprio sul blog aziendale.

Incoraggiare nella condivisione dei contenuti
Partendo da cosa fa l'azienda e dando accesso alla rete sociale, condividere le novità dell'azienda stessa sarà un processo naturale. Che genererà curiosità e visibilità. Questo stimolerà non solo la conversazione esterna, ma anche il dialogo interno tra dipendenti ed azienda stessa.

Un'azienda che dialoghi con i proprio dipendenti e che "usa" (bonariamente parlando) i propri dipendenti per promuovere notizie dell'azienda stessa otterrà:
a) di raggiungere una vasta audience
b) "rispetto" e credibilità dall'esterno
c) si adatterà più facilmente ai cambiamenti
d) sarà più facilmente accessibile dall'esterno (e non vulnerabile)

Come cresce l'azienda sociale
Costruire interazioni… non solo crescere numericamente. L'azienda dovrebbe cercare di stabilire relazioni, partendo da quelle tra i responsabili, generando anche uno stimolo in produttività. Ogni reparto è collegato anche dal SN e la comunicazione avviene più velocemente ed in modo più ampio.

E per finire… per quanto possa sembrare strano, la connessione a prima vista passa da un ingaggio fisico ad uno virtuale. Ma interagendo virtualmente gli attori di questa operazione scopriranno diversi lati che in un ambiente esclusivamente tradizionale, non avrebbero notato.
Quindi… quale miglior modo per legare ancora di più il personale, se non quello di rifisicizzare i rapporti?
Adesso che ci conosciamo veramente… che ne dite se ci vediamo al prossimo summit… e magari prima facciamo una colazione tutti insieme?

lunedì 11 giugno 2012

FourSquare ha bisogno di un semaforo


Ogni Social Network ha le sue deficienze, o se vogliamo (al positivo) le sue mode. Stabilire in quale modo sia efficiente ed efficace una strategia di marketing che impatti sull'attenzione che i propri seguaci, o amici o membri delle cerchie - o chiamiamoli un po' come vogliamo - parte primariamente dall'analisi del reale metodo di interattività che questi pongono ogni volta che si scatena un contenuto.

Notoriamente i Social ti garantiscono di sapere chi hai raggiunto ed in che modo, analizzando poi il gradimento di questi relativamente a commenti, condivisioni o apprezzamenti di altro tipo, facendo quindi propri, determinati concetti.
Piacevole è ad esempio l'idea di Pinterest di inserire in una propria board un concetto espresso sotto forma di immagine, cambiando appunto l'etichetta apposta sopra da un utente precedente. Un telefono senza fili dove di fatto si parte da A e necessarimanete si giunge subito a Z. Un paio di scarpe diventa un "bello schema di colori", o un "prodotto che io amo".

Poi ci sono gli hub, almeno così mi piace chiamarli ed in alcuni ambiti mi ci metto anche io. Cioè gli utenti che si "limitano" a legge e ricondividere, fungendo da veri e propri smistatori di notizie ritenute (talvolta troppo soggettivamente) di qualità.

Ma insomma... Quanto scritto sopra denota interazioni, che guarda caso spesso non raggiungono uno schema percentuale che si possa avvicinare al 100.

Utenti clone, fasulli, improvvisati, costretti... Insomma alla fine della fiera l'impatto di popolarità democratica, si misura oggettivamente in uno spazio che più o meno può essere definito da un qualsiasi sondaggio analitico fornito più o meno banalmente da tanti software.
In sostanza... Posto questo e mediamente "X" utenti mostrano di interagire in qualche modo.

Bene. Il mio titolo richiama FourSquare.
Vediamo perché e solo in chiusura, perché di fatto per molti non sarà né una notizia nuova, né una notizia interessante.

Le 4 proverbiali strade formano nell'immaginario civico un incrocio. E questo nello spazio virtuale, è quanto succede per la maggior parte dei luoghi presenti su FourSquare. O sei un'azienda che lavora creando promozioni ad hoc per la piattaforma, o diventi una vetrina, hai sicuramente visibilità, ma poi come titolare vedi transitare davanti decine di avventori mai visti fisicamente in negozio.
Chi è questo? È la più gentile delle domande che si possano sentire quando un faccione brutale ti guarda dalla sua miniatura dicendoti con prepotenza che è il Mayor del tuo negozio.
E lui non solo non ha mai comprato niente da te... Ma non lo hai neppue mai visto.
Detto questo... FourSquare è un'idea gradevole, ma probabilmente lo è ancora solo per gli utenti che giocano a "conquista un badge".

Se l'incrocio vuole portare da qualche parte, sarà forse meglio che metta qualche semaforo... Altrimenti se perde il dolce sapore dell'attesa allo stop obbligatorio, non solo prima o poi produrrà qualche incidente... Ma col tempo la gente inzierà a passare da altre strade.

Andrea Testa

mercoledì 30 maggio 2012

Come caricare un video YouTube su Pinterest

Esistono due sistemi molto semplici e veloci per "pinnare" il vostro video preferito su Pinterest, ma entrambi richiedono piccole attenzioni.
Il primo è quello di usare il link lungo del codice di condivisione di YouTube. Il secondo è utilizzare il pulsante "Pin It" precedentemente installato nella vostra barra del browser.

Vediamo...

Uso del codice lungo
  • E' sufficiente aprire un video di YouTube
  • Cliccate poi su "Condividi"
  • Cliccate su "Opzioni" e selezionate "Link lungo" (eventualmente anche HD se il video lo permette)
  • Copiate il codice lungo (quello che nell'immagine sotto è evidenziato in verde)
  • Entrate in Pinterest e cliccate su "Add" / "Add a pin"
  • Incollate il percorso precedentemente copiato
  • A questo punto seguite le normali procedure utilizzate per le immagini...
Uso del pulsante "Pin it"
  • Aprite questo link ufficiale di Pinterest: http://pinterest.com/about/goodies/ ed attivate il "goodies" nella barra dei preferiti (se non lo avete già fatto) seguendo le istruzioni a video
  • Una volta attivato entrate nella pagina YouTube che contiene il video e cliccate semplicemente sul "Goodies". Seguite poi le istruzioni a video.
NB. Il pulsante "Pin it" è molto utile, poiché vi consentirà di "pinnare" qualsiasi pagina in modo veloce senza bisogno di accedere a Pinterest.

Happy pinning!

Andrea Testa

lunedì 28 maggio 2012

Quando il Successo è "Correlato"


Premessa

L'attività sotto descritta fa parte della Google Online Marketing Challenge, a cui il Master Executive in Social Media Marketing & Web Communication della Scuola di Comunicazione IULM, partecipa da ben 4 edizioni. Quest'anno il nostro Andrea Testa, ha ricevuto l'incarico di formare una delle due classi del Master nel SEM, con particolare focus sulla piattaforma Google Adwords, nonché di seguirla nella Google Online Marketing Challenge.

Per approfondimenti:


Questo è l'articolo che descrive il lavoro del gruppo Spiders.

Vi raccontiamo la storia di una sfida che ha un gusto pieno, come il protagonista della nostra campagna Adwords: l’aceto Balsamico dop e igp di Modena.
Un prodotto prezioso, pieno di un sapere che vive, custodito per anni, in barili secolari, nella penombra di silenziose acetaie, nelle parole di chi lo produce da generazioni.

Come riuscire a decontestualizzare un prodotto così profondamente legato al territorio per catapultarlo nella rete digitale? Come conservare tutta la magia dell’Aceto Balsamico Pedroni nelle poche battute di un annuncio Adwords?

Saremmo mai riusciti a scaldare i cuori degli utenti, stimolando click e conversioni?

L’ANTAGONISTA
Da un benchmark nel web l’ostacolo risultava chiaro: un popolo agguerrito di acetaie era pronto a tutto pur di comparire in “prima pagina”…in risposta alle query “aceto balsamico”, “aceto balsamico tradizionale” ecc.
L’Acetaia Pedroni era questo ed altro.
Era tradizione, qualità, sapere secolare. Come tutte le migliori acetaie.
Ma le regole del mercato spesso sono spietate e percorrere una strada nuova, poco battuta, spesso è vitale per essere primi!

LA STRATEGIA D’ATTACCO
Il nostro obiettivo di marketing era chiaro: era necessaria una strategia originale.
Bisognava proporre una nuova chiave di “utilizzo-lettura” dell’aceto balsamico tradizionale Pedroni, spostandolo da un mercato altamente competitivo e saturo, già ampiamente presidiato dalla concorrenza (quello del prodotto visto in chiave “tradizionale”), ad un territorio più “libero” e attrattivo, in cui l’aceto balsamico poteva vestirsi di nuovi valori per incontrare la domanda di una fetta di consumatori fino ad allora mai approcciata.
E da qui il nuovo posizionamento: l’aceto balsamico tradizionale Pedroni doveva essere veicolato come un prodotto esclusivo, raffinato e ricercato, che presentava aspetti legati alla sensorialità e alle emozioni. Diventava uno “strumento di seduzione”, l’ingrediente “speciale” per esaltare i piatti, sorprendere e  aggiungere appeal. Il nettare complice di incontri speciali.

IL NOSTRO GRANDE ALLEATO?
Google correlate”!
Estrapolando il pattern della parola "aceto balsamico" su Google Correlate, sembrava esserci un accordo temporale con la chiave "intimo".
Da qui l’illuminazione: “potrebbe esistere una correlazione tra la ricerca di seduzione e l'arte culinaria. L’abbinamento col pregiato balsamico potrebbe essere un veicolo di conversione se proposta nella rete display di portali e siti web dedicati appunto all'abbigliamento intimo, ma anche all'arte del sedurre.”

A CHI?
Dove avremmo trovato i più appassionati consumatori di aceto balsamico in chiave seduttiva?
In un target mediamente giovane: 30/50 anni, in particolar modo single, di estrazione culturale/sociale medio-alta. Un fascia di utenza fatta di intenditori (tutti coloro che prestano attenzione al “gusto di classe” e che avrebbero visto nell’aceto balsamico dop/igp il valore aggiunto per “impreziosire” le proprie creazioni e stupire a tavola) e i seduttori (la fascia di consumatori altamente sensibile a tutto ciò che poteva rappresentare “novità” in fatto di seduzione e “arte della seduzione”)

DOVE SCOVARLI?
Dopo aver individuato in “aceto balsamico”, “ricette” e “seduzione” i nostri cluster principali su cui sviluppare i 3 gruppi di annunci… un occhio alla geo-localizzazione:
esisteva un’area geografica italiana più predisposta a recepire il nostro messaggio?
Google Insight, alla ricerca “aceto balsamico”, diceva di sì: Milano, Bologna e Roma erano il nostro obiettivo! Un mercato saturo, bisognoso di novità…e quindi probabilmente interessato all’aceto balsamico presentato in una nuova veste.

E DA QUI IN POI, IL RESTO È STORIA:
ovvero 3 settimane di osservazione e continui aggiustamenti della nostra campagna su piattaforma Google Adwords.

1) Rete di ricerca Google con annunci di testo, ideati secondo le regole più attente della persuasione: headline accattivante, body di approfondimento e finale “call to action” per motivare i click e far atterrare gli utenti su landing page in duplice versione:
a) dowload ricette per una serata romantica
b) acquisto online dei prodotti (prezzi da intenditori e…da capogiro, in alcuni casi!)

2) Rete display con annunci testo e immagini.

E FINALMENTE IL TRAGUARDO!
Non solo impressions, non solo click, ma anche conversioni e un CTR di quasi il 3%!
Per ora, missione compiuta! Non ci resta che aspettare fino a Luglio per i risultati della classifica generale di Google!

Hanno partecipato al progetto (in ordine alfabetico):